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Ep. #16 - 04/04/2021: Ciclo Finito… Torino Juventus 2:2! Bianconero il Podcast, Stagione 1

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È la fine di un’epoca, calcisticamente parlando, molto lunga!

Se qualcuno per la pausa pasquale si aspettava una “resurrezione” di tutto l’ambiente bianconero, si è trovato invece di fronte ad un progressivo deterioramento che ci pone oramai spettatori inermi di un futuro distopico!

Le nostre certezze si stanno via via sgretolando e tutti quegli aspetti che fino a qualche anno fa rappresentavano un vanto, un motivo di orgoglio per tutti noi tifosi, oggi sono diventati elementi di reale preoccupazione.

L’analisi reale deve tenere in considerazione molti aspetti e, si sà, il tifoso vide di emozioni: le emozioni quelle belle, quelle positive durano poco al momento ma riemergono lontane nel tempo ed hanno il sapore di fragola. Le emozioni negative invece hanno sempre un impatto brutale e cancellano anche il buono che potrebbe essere rimasto.

Un pistone per dire che nessuno mette in discussione i meriti di una società che è riuscita ad istaurare il regno più lungo che la storia del calcio italiano abbia mai conosciuto, ma ciò non deve però nemmeno essere un motivo per il quale rimanere felici di fronte alle mura di un castello che stanno velocemente sgretolando.

Una dirigenza che ha perso il senso di un progetto nel voler accelerare il processo di “spettacolarizzazione” del brand come conseguenza all’aver messo a segno, in maniera nemmeno troppo programmata, il colpo del secolo: CR7!

Per carità, nulla di deplorevole, tutt’altro… ma cambiare il DNA di una squadra che nella sua storia è sempre stata più “arcigna” che “spettacolare”, non è roba che puoi fare dall’oggi al domani… E una pandemia inaspettata avrebbe dovuto, a mio avviso, rappresentare un motivo ulteriore per rendere ancor più graduale questa modifica genetica da laboratorio!

Non ci deve sorprendere se davanti a noi ci sono le milanesi perché storicamente, almeno se parliamo di calcio “a colori”, laddove manca la Juventus ci sono grosso modo sempre state o Milan o Inter.

Macchiavelli ci insegna che la storia è ciclica, e torneremo a sedere sul trono d’Italia prima di quanto immaginiamo. Tuttavia non è più quello nazionale il solo campo di battaglia dove la Vecchia Signora vuole battagliare ma per l’Europa serve un cambio di strategia e dai propri errori si può solo imparare… almeno si spera, perché perseverare anche il prossimo anno significherebbe una inequivocabile e certificata ineguatezza ai vertici societari.

Da Benevento in poi abbiamo assistito esterrefatti ad una serie di sconcertanti eventi che, di grazia, non ci hanno almeno fatto perdere il Derby della molte:

  • Sconfitta con il Benevento per un ennesimo passaggio orizzontale in una zona delicata del campo da parte di Arthur
  • Arthur che vola a Dubai che in se non c’è niente di male ma manifesta l’attitudine e l’approccio del giocatore alle vicende bianconere di cui lui stesso è stato protagonista in negativo
  • Una festa/cena/convitto che ha visto come protagonisti Arthur (ancora tu?) McKennie e, ahimè mi pesa dirlo, un incommentabile Dybala, numero Diez bianconero, che dopo 6 anni non è riuscito ancora a capire che se sei un professionista e calciatore storico della squadra, non puoi nemmeno immaginare di prendere parte ad una festa in un momento difficile come questo.
  • Kuluwsesky che come Bentancur e Arthur è voluto entrare nel Club degli insensati passaggi sanguinosi che costano caro.

Ora testa e cuore alla partita contro il Napoli, crocevia fondamentale per la Juve che verrà!

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Le nostre certezze si stanno via via sgretolando e tutti quegli aspetti che fino a qualche anno fa rappresentavano un vanto, un motivo di orgoglio per tutti noi tifosi, oggi sono diventati elementi di reale preoccupazione.

L’analisi reale deve tenere in considerazione molti aspetti e, si sà, il tifoso vide di emozioni: le emozioni quelle belle, quelle positive durano poco al momento ma riemergono lontane nel tempo ed hanno il sapore di fragola. Le emozioni negative invece hanno sempre un impatto brutale e cancellano anche il buono che potrebbe essere rimasto.

Un pistone per dire che nessuno mette in discussione i meriti di una società che è riuscita ad istaurare il regno più lungo che la storia del calcio italiano abbia mai conosciuto, ma ciò non deve però nemmeno essere un motivo per il quale rimanere felici di fronte alle mura di un castello che stanno velocemente sgretolando.

Una dirigenza che ha perso il senso di un progetto nel voler accelerare il processo di “spettacolarizzazione” del brand come conseguenza all’aver messo a segno, in maniera nemmeno troppo programmata, il colpo del secolo: CR7!

Per carità, nulla di deplorevole, tutt’altro… ma cambiare il DNA di una squadra che nella sua storia è sempre stata più “arcigna” che “spettacolare”, non è roba che puoi fare dall’oggi al domani… E una pandemia inaspettata avrebbe dovuto, a mio avviso, rappresentare un motivo ulteriore per rendere ancor più graduale questa modifica genetica da laboratorio!

Non ci deve sorprendere se davanti a noi ci sono le milanesi perché storicamente, almeno se parliamo di calcio “a colori”, laddove manca la Juventus ci sono grosso modo sempre state o Milan o Inter.

Macchiavelli ci insegna che la storia è ciclica, e torneremo a sedere sul trono d’Italia prima di quanto immaginiamo. Tuttavia non è più quello nazionale il solo campo di battaglia dove la Vecchia Signora vuole battagliare ma per l’Europa serve un cambio di strategia e dai propri errori si può solo imparare… almeno si spera, perché perseverare anche il prossimo anno significherebbe una inequivocabile e certificata ineguatezza ai vertici societari.

Da Benevento in poi abbiamo assistito esterrefatti ad una serie di sconcertanti eventi che, di grazia, non ci hanno almeno fatto perdere il Derby della molte:

  • Sconfitta con il Benevento per un ennesimo passaggio orizzontale in una zona delicata del campo da parte di Arthur
  • Arthur che vola a Dubai che in se non c’è niente di male ma manifesta l’attitudine e l’approccio del giocatore alle vicende bianconere di cui lui stesso è stato protagonista in negativo
  • Una festa/cena/convitto che ha visto come protagonisti Arthur (ancora tu?) McKennie e, ahimè mi pesa dirlo, un incommentabile Dybala, numero Diez bianconero, che dopo 6 anni non è riuscito ancora a capire che se sei un professionista e calciatore storico della squadra, non puoi nemmeno immaginare di prendere parte ad una festa in un momento difficile come questo.
  • Kuluwsesky che come Bentancur e Arthur è voluto entrare nel Club degli insensati passaggi sanguinosi che costano caro.

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