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IL MIO PRIMO RICORDO MUSICALE di Valerio Marzi/ in memoria di Bee Gees Stayin' Alive/ Racconto

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Autore: Valerio Marzi Chitarra acustica sottofondo : Valerio Marzi xxx Io sono nato nel 1991. I miei genitori non erano molto appassionati di musica, e in casa mia ne suonava davvero poca. Inoltre abitavo in campagna, non avevo vicini e non c'era musica nell'aria, o nelle strade. Era già tanto che ci fossero, le strade. Da piccino ricordo che avevo una cassetta VHS, con registrate una decina di sigle di non so quali cartoni animati Accidenti quanto l'ho frustato quel nastro. Ma ancora prima che imparassi ad usare il videoregistrtore, visto che probabilmente non ero nemmeno abbastanza alto per arrivarci, c'erano delle altre cassette, che oggi i colti chiamerebbero musicassette, ma cosa si può pretendere da un bambino di 3 anni; per me erano tutte cassette. Già dire il nome di mio cugino era un impresa. Tazio, che diventava Caco, per esempio. Ecco di quelle cassettine ne avevo parecchie. Mia mamma mi comprava quei libricini di favole provvisti di cassetta con la voce narrante, e mi racconta che con il dito seguivo le parole sulle pagine. Pare che io abbia iniziato a imparare a leggere cosi. Non che i miei non mi leggessero nulla, anzi, però magari non erano sempre disponibili per leggermi qualcosa, o forse ero io che ero insaziabile. Stà di fatto che avevo imparato ad usare il registratore con il manico rosso, i vari tasti: PLAY, STOP, FF, REW, e quel misterioso REC che era diverso dagli altri.. chissa che cacchio faceva quel pulsante. Dagli altoprlanti gialli usciva la voce di non so chi, che mi raccontava storie che ben presto imparavo bene o male a conoscere a memoria. Proprio a mena dito. Tra le cassette però ce n'era una trasparente con scritto nulla, solo A da una parte e B dall'altra, che solamente dopo diversi anni ho capito cosa volessero dire. E poi, mentre le altre erano colorate (verdi, rosse, blu... insomma proprio invitanti) quella era molto anonima, quasi a dire 'Non suonarmi, davvero piccolo, non ne vale la pena'. Però in quella cassetta c'era la musica. E non mi ricordo quanti o quali pezzi ci fossero dentro (forse Phill Collins, o i Dire Straits, ma lo penso ora che conosco i gusti dei miei genitori). Però prima degli altri c'era questo pezzo qua, che io facevo suonare spesso. Mica sapevo chi fossero 'sti qua, che faccia avessero, che lingua parlassero. Nessuna copertina. Non c'era nemmeno un libro con le parole da seguire con il dito. Eppure me la ricordo bene questa. Suonata di sera con la luce della cappa acessa ed io - un bambino di 3 anni appena - in piedi su una sedia con il registratore sulla cucina, mentre aspettavo mia mamma o mio papa che tornavano dall'officina. Ecco, penso che quella canzone fosse il mio primo ricordo musicale, o forse il mio primo ricordo in assoluto. Con buona pace di John Travolta e della disco music. Non è che mi abbia smosso granchè a suo tempo, anche se con il senno di poi, è un canzone che fa smuovere parecchio i culi. Però è comprensibile, ad un bambino di 3 anni il sedere rimane spesso ancora attaccato al pavimento. Poi sono arrivati la sveglia del Re Leone, Gli aristogatti, il jingle di qualche radio, le Spice Girls... ma non sono più ricordi, sono solo cose che succedevano mentre io vivevo; ancora distante dai binari della musica. Ci vorranno 10 anni prima che un'altra canzone di tutt'altro genere mi colpisca cosi tanto da farmi muovere il culo, stavolta per davvero, tanto da farmi prendere in mano bacchette, chitarra e quant'altro. Ma quella sarebbe poi un'altra età. Un'altra testa. Tutta un'altra storia. Ed ora quelle cassette chissa dove sono finite. Miles Davis racconta all'inizio della sua autobiografia, come il suo prima ricordo sia una fiamma che si accende. Una luce che prende forma. I miei primi ricordi invece sono quel charleston apertto in levare, e il giro di chitarra di Stayn' Alive.
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Autore: Valerio Marzi Chitarra acustica sottofondo : Valerio Marzi xxx Io sono nato nel 1991. I miei genitori non erano molto appassionati di musica, e in casa mia ne suonava davvero poca. Inoltre abitavo in campagna, non avevo vicini e non c'era musica nell'aria, o nelle strade. Era già tanto che ci fossero, le strade. Da piccino ricordo che avevo una cassetta VHS, con registrate una decina di sigle di non so quali cartoni animati Accidenti quanto l'ho frustato quel nastro. Ma ancora prima che imparassi ad usare il videoregistrtore, visto che probabilmente non ero nemmeno abbastanza alto per arrivarci, c'erano delle altre cassette, che oggi i colti chiamerebbero musicassette, ma cosa si può pretendere da un bambino di 3 anni; per me erano tutte cassette. Già dire il nome di mio cugino era un impresa. Tazio, che diventava Caco, per esempio. Ecco di quelle cassettine ne avevo parecchie. Mia mamma mi comprava quei libricini di favole provvisti di cassetta con la voce narrante, e mi racconta che con il dito seguivo le parole sulle pagine. Pare che io abbia iniziato a imparare a leggere cosi. Non che i miei non mi leggessero nulla, anzi, però magari non erano sempre disponibili per leggermi qualcosa, o forse ero io che ero insaziabile. Stà di fatto che avevo imparato ad usare il registratore con il manico rosso, i vari tasti: PLAY, STOP, FF, REW, e quel misterioso REC che era diverso dagli altri.. chissa che cacchio faceva quel pulsante. Dagli altoprlanti gialli usciva la voce di non so chi, che mi raccontava storie che ben presto imparavo bene o male a conoscere a memoria. Proprio a mena dito. Tra le cassette però ce n'era una trasparente con scritto nulla, solo A da una parte e B dall'altra, che solamente dopo diversi anni ho capito cosa volessero dire. E poi, mentre le altre erano colorate (verdi, rosse, blu... insomma proprio invitanti) quella era molto anonima, quasi a dire 'Non suonarmi, davvero piccolo, non ne vale la pena'. Però in quella cassetta c'era la musica. E non mi ricordo quanti o quali pezzi ci fossero dentro (forse Phill Collins, o i Dire Straits, ma lo penso ora che conosco i gusti dei miei genitori). Però prima degli altri c'era questo pezzo qua, che io facevo suonare spesso. Mica sapevo chi fossero 'sti qua, che faccia avessero, che lingua parlassero. Nessuna copertina. Non c'era nemmeno un libro con le parole da seguire con il dito. Eppure me la ricordo bene questa. Suonata di sera con la luce della cappa acessa ed io - un bambino di 3 anni appena - in piedi su una sedia con il registratore sulla cucina, mentre aspettavo mia mamma o mio papa che tornavano dall'officina. Ecco, penso che quella canzone fosse il mio primo ricordo musicale, o forse il mio primo ricordo in assoluto. Con buona pace di John Travolta e della disco music. Non è che mi abbia smosso granchè a suo tempo, anche se con il senno di poi, è un canzone che fa smuovere parecchio i culi. Però è comprensibile, ad un bambino di 3 anni il sedere rimane spesso ancora attaccato al pavimento. Poi sono arrivati la sveglia del Re Leone, Gli aristogatti, il jingle di qualche radio, le Spice Girls... ma non sono più ricordi, sono solo cose che succedevano mentre io vivevo; ancora distante dai binari della musica. Ci vorranno 10 anni prima che un'altra canzone di tutt'altro genere mi colpisca cosi tanto da farmi muovere il culo, stavolta per davvero, tanto da farmi prendere in mano bacchette, chitarra e quant'altro. Ma quella sarebbe poi un'altra età. Un'altra testa. Tutta un'altra storia. Ed ora quelle cassette chissa dove sono finite. Miles Davis racconta all'inizio della sua autobiografia, come il suo prima ricordo sia una fiamma che si accende. Una luce che prende forma. I miei primi ricordi invece sono quel charleston apertto in levare, e il giro di chitarra di Stayn' Alive.
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